equitazione sentimentale




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equitazione sentimentale 


anno XIV,  n. 2 – giugno 2011

l'ignorantismo


Proprio in questo paese che ha dato i natali ad un numero di uomini di cultura come nessun altro, il secolo degli “ismi” , liberismo, socialismo, fascismo, nazismo, comunismo etc. ha lasciato il frutto più avvelenato: l’ignorantismo, il potere oltraggioso dell’ignoranza. Ignoranza che stiamo esportando in tutto il mondo e che trova proseliti proprio perché dà il diritto di parola a chi da sempre aveva solo il dovere di ascolto: l’ignorante, ovvero colui che ignora e che quindi dovrebbe apprendere prima di diventare colui che dice. L’ignorantismo è esproprio della cultura e afferma il primato della non conoscenza consegnando il potere all’ignorante saccente. Costui, tanto più arrogante quanto più ignorante, afferma apoditticamente le proprie verità irridendo chi conosce, chi sa, con l’arma del “tutto è possibile”, in modo da rendere indistinguibile il bene dal male, il corretto dall’errore, la cultura dalla barbarie.  Ciò avviene in tutti i campi, e lo possiamo toccare con mano ogni giorno, ma in equitazione è un esperimento datato da diversi lustri. Io mi arrogo il diritto-dovere di gettare un piccolo granello di sabbia in questo  ingranaggio perverso, cercando di fornire elementi di conoscenza che si oppongano ad esso.  Non pretendo di affermare verità assolute, ma solo spunti di riflessioni che provengono da un passato ormai remoto, denso di cultura equestre, letto con gli occhi di conoscenze tecniche scientifiche che ne avvalorano la giustezza superando il solo conforto pragmatico. Può sembrare poca cosa nei confronti di un nemico tanto potente quale quello dell’ ignoranza, ed anche il terreno di questo tentativo, l’equitazione, può sembrare comparto futile, cultura di basso profilo o, per molti, superficiale ambito obsoleto. Ritengo che per far cultura non vi siano settori privilegiati dove la cultura ha la “C” maiuscola. Ogni spazio, ogni angolo, ogni anfratto può offrire elementi di affermazione della cultura, contribuendo ad aggiungere sabbia da immettere nell’ingranaggio, per farlo inceppare. L’equitazione è a mio avviso, al contrario, un campo straordinario, che solo, appunto, l’ignoranza può relegare a condizione sportiva riservata ad un mondo effimero.  Il cavallo che ha dato la nobiltà a chi lo sapeva montare, che ha contribuito alla nostra civilizzazione, a sviluppare i viaggi, l’agricoltura, che ha fatto versare litri di inchiostro ai mille maestri dell’arte, il cavallo che oggi si dimostra anche solidale con i più deboli, fornisce strumenti inusitati di riflessioni culturali e storiche, e qualsiasi elemento culturale che fornisca linfa al cervello dell’uomo è di per sé stesso sabbia utile a far grippare il meccanismo dell’ignoranza. Probabilmente molti non saranno d’accordo con ciò che scrivo, ma se non prevarrà il pregiudizio, figlio dell’ignoranza, quanto espresso potrebbe diventare spazio di dibattito aggiungendo conoscenze e quindi cultura.


GIANCARLO MAZZOLENI



  SIAEC - Società Italiana di Arte Equestre Classica