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Articoli dal giornale
Equitazione Sentimentale
"Baucher, nella storia dell'equitazione,
e' stato un
angelo o un diavolo? Che importanza
ha avuto?"
Non spetta a me giudicare l'opera di un Ecuyer di questa caratura...
preferisco lasciare questo compito ad un altro grande maestro dell'equitazione
! E per questo cito testualmente ciò che di lui scrive un suo
allievo , James Fillis, in appendice al suo libro "Principes de dressage
e d'équitation" .
(...) Baucher è sicuramente il più grande e il più abile
Ecuyer che abbiamo avuto, considerando solo l' equitazione di alta scuola
(sarei veramente ingrato nel menzionare Baucher, senza rendere al tempo stesso
un omaggio meritato al suo rivale Vittorio Franconi, per la sua audacia
e la sua solidità, ed anche per l'impulso che dava ai suoi cavalli
avvicinandosi molto di più alla equitazione del Conte d'Aure).
Senza dubbio non è Baucher che ha inventato l'alta scuola,
che anzi è frutto del lavoro di numerose generazioni di cavalieri,
ma ha saputo proporre un metodo nuovo e veramente sorprendente. Nessuno aveva
prima di lui ottenuto dei risultati così meravigliosi.(...)
Inoltre ha creato " arie" nuove che ha eseguito con una precisione notevole.
Il suo metodo è soprattutto mirabile per quel che riguarda la conservazione
del cavallo attraverso l'equilibrio, la ginnastica ragionata, gli ammorbidimenti
e una giusta ripartizione delle forze. Il suo metodo ha l'immenso vantaggio
rispetto ai metodi antichi, di dare prontamente dei risultati. Così,
con il metodo Baucher, si può addestrare un cavallo da passeggiata
in due mesi e un cavallo da scuola in otto o dieci mesi; invece prima necessitavano
volevano due o tre anni per ottenere quest'ultimo risultato, e per giunta
gli antichi maestri non affrontavano mai le difficoltà che Baucher
ha vinto. Probabilemente non le conoscevano nemmeno. Non dobbiamo dunque
inchinarci con riconoscenza davanti a questo maestro dell'arte equestre?.(...)
Mi resta però da criticare alcune delle sue opinioni.
Innanzi tutto io penso che il metodo Baucher, che consiste nel
chiudere prontamente e stabilmente il cavallo tra mani e gambe è
pericoloso per i debuttanti ed anche per quelli più esperti
che lavorano o addestrano i loro primi cavalli, se non sono sotto l'occhio
vigile di un maestro. Non è quindi alla portata di tutti, e può
essere impiegato senza inconvenienti soltanto da coloro che sono stati preparati
da uno studio serio.
Baucher dice che tutti i cavalli hanno la stessa bocca e la stessa sensibilità
dei fianchi. Io penso al contrario, che è impossibile trovare
due bocche e due fianchi che hanno esattamente lo stesso grado di sensibilità,.............
ed aggiunge che, quando un cavallo tira sulla mano, la sua bocca non
ne è colpevole ed è sufficiente cambiare il suo equilibrio.
Prendiamo ad esempio i cavalli da corsa in allenamento, e lasciamogli il
loro equilibrio naturale: testa bassa, incollatura allungata e groppa alta.
Alcuni non si appoggiano affatto sulla mano e corrono male; altri tirano
quanto basta per correre bene; altri tirano troppo forte.
Poiché tutti sono nella stessa posizione, ciò non prova forse
che non hanno tutti lo stesso grado di sensibilità della bocca?, (...)
Questa differenza di bocca sussiste qualunque sia l'andatura, il lavoro e
l'equilibrio.(...)
Ma il punto essenziale che sostengo contro Baucher è che, qualunque
sia il lavoro, l'impiego degli aiuti, e soprattutto l'equilibrio, qualità
o difetti della bocca sussistono assolutamente.(...)
Voi potete cambiare l'equilibrio senza che, per questo, la bocca cambi.
Tuttavia è evidente che il cavallo, che ha la testa bassa, la fa portare
al suo cavaliere; se invece voi cambiate l’equilibrio piazzando la
testa alta, non peserà più sulla mano.
Baucher confondeva la sensibilità della bocca con la leggerezza
che risulta dal cambiamento della posizione della testa e dell'incollatura.(...)
Parliamo adesso dei fianchi. Chi può pensare che un cavallo pesante,
comune e linfatico abbia la stessa sensibilità dei fianchi di un cavallo
insanguato nevrile e vigoroso?
Che si possa arrivare a fare eseguire al primo quasi gli stessi esercizi
che può eseguire il secondo, posso ammetterlo:
ma a quale prezzo!(...)
Lo stesso, un cavallo che ha dei brutti reni, i garretti deboli o altre
tare, non guarirà certo passando attraverso il metodo Baucher. Le
sue imperfezioni non faranno che aumentare in ragione alle sofferenze che
dovrà sopportare quando lo si obbligherà a prendere la tale
o tal altra posizione, sia nel ramener semplice senza gambe, sia nella riunione
completa.
Baucher era dunque eccessivo quando pretendeva di guarire tutti i mali
col suo metodo.
Regola generale: più il cavallo è debole e sofferente , meno
sforzi dovremo domandargli, pena il renderlo improprio ad ogni impiego.
Con un tale animale non è questione di equitazione fine: è
incapace di sopportare la riunione. Chiedetegli semplicemente di portarsi
in avanti, e consideratevi soddisfatti se riuscirete a farne un passabile
cavallo da passeggiata.
Un altro punto sul quale Baucher mi pareva lontano dalla verità, è
quando pretendeva di distruggere le "forze istintive" del cavallo e di agire
solo sulle "forze trasmesse". Questa teoria è talmente bizzarra e
contraria alla natura delle cose, che non posso impedirmi di credere che
l'espressione usata da Baucher abbia mal tradotto il suo pensiero.(...) Baucher
non distruggeva nè trasmetteva le forze: egli le dirigeva. Si impadroniva
delle forze attraverso gli esercizi di flessione e un educazione ben compresa;
e in seguito, impedendo al cavallo di utilizzarle a suo piacimento, egli
lo dominava (...)
Le gambe del cavaliere hanno il compito di rendere il cavallo vigilante nelle
anche , e la mano quello di renderlo galante nella bocca. Senza il
concorso simultaneo di questi due aiuti si gira in tondo: e non esiste una
buona equitazione possibile.
Del resto, ciò che prova che Baucher si sbagliava quando credeva di
aver trovato l'equilibrio perfetto dell'assioma " gambe senza mani e mani
senza gambe ", è che addestrava il cavallo con entrambi gli
aiuti per poi servirsi solo più tardi degli uni senza gli altri(...)
In ogni caso sono d’accordo che, quando l'educazione di un cavallo da scuola
è arrivata all'ultimo grado di finezza, questo esegue, per così
dire, tutti i movimenti senza l'impiego degli aiuti: è sufficiente
"indicare" con le redini fluttuanti ed un semplice accarezzamento dei
pantaloni. Non è che una questione di sfumature; ma tutta l'arte è
precisamente costituita da sfumature (..)
Montare senza lavorare era per lui solo una noia. Ecco perché
Baucher non si è mai occupato del cavallo da passeggiata o da caccia,
del suo carattere, della maniera di condurlo o dell'enorme differenza
che separa un cavallo da maneggio "contenuto" secondo il suo metodo e
un cavallo da esterno che lavora in estensione. Non montando mai in campagna,
Baucher non metteva mai i suoi cavalli nelle andature allungate (...) che
invece hanno il vantaggio di permettergli di estendersi(...)
A degli ufficiali tedeschi che gli dicevano " noi vogliamo che i nostri cavalli
siano avanti alla mano ", Baucher rispondeva:" io voglio che i miei
siano tutti dietro la mano e davanti alle gambe".
Ebbene, io sono dell'avviso che il cavallo deve essere avanti alle
gambe e leggermente sulla mano. È sempre una questione di sfumature.
(continua)
Maria Gabriella Incisa di Camerana
Centro Ippico Abounawas
Mahdia-Tunisia
cheval@abounawas.com |
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